Chi è ATLANTIA e da chi viene governata?
Atlantia o Autostrade SpA?
Atlantia S.p.A. (già Autostrade S.p.A.) è una società per azioni italiana.
Oggi è la principale azienda nel mondo attiva nel settore delle infrastrutture autostradali, aeroportuali e dei servizi legati alla mobilità, con una presenza attualmente articolata in 11 Paesi (Francia, Italia, Polonia, Regno Unito e Spagna in Europa e Argentina, Brasile, Cile, Colombia, India e Porto Rico nel resto del mondo). Il gruppo gestisce 14 000 chilometri di autostrade a pedaggio, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino in Italia e lo scalo di Nizza Costa Azzurra in Francia, per un totale di circa 60 milioni di passeggeri in transito all’anno.
Cosa è successo negli ultimi anni?
«Il grande rammarico — con la consapevolezza dei gravi errori compiuti — è che siano messe a rischio le prospettive di Atlantia, che ha potenzialità di crescita molto importanti nelle infrastrutture. Non solo autostrade e aeroporti ma anche rete elettrica, gas ed energie rinnovabili e l’idea di aprire il capitale delle controllate a fianco di investitori nazionali e globali e fare crescere il Paese. Tutte le formule più creative erano possibili». Gianni Mion è il presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton, a cui fa capo il 30% di Atlantia, la holding delle infrastrutture che attraversa una fase delicatissima.
Da campione italiano nel mondo, «che si muoveva con grande autorevolezza», ricorda Mion, presente in 18 Paesi e apprezzato dagli investitori istituzionali, ora la holding è percepita dai mercati come una realtà a rischio dopo il declassamento da parte delle agenzie di rating a BB- da BBB-, sotto il livello investment grade.
E ora in tensione potrebbero finire anche le altre società della galassia, dagli Aeroporti di Roma, con Fiumicino e Ciampino, Telepass, la controllata spagnola Abertis fino agli investimenti nella Aéroports de la Côte d’Azur, che possiede gli scali di Nizza e Cannes, ed Eurotunnel.
Tutto parte da Aspi, la controllata a cui è affidata la gestione di 3 mila chilometri di rete autostradale che rischia la revoca della concessione dopo il drammatico incidente a Genova. Lo scenario politico è aperto. Il governo ha avviato la discussione sulle iniziative da intraprendere ma ha rinviato le decisioni a dopo le elezioni regionali.
Sul tavolo del ministero dei Trasporti oltre la revoca c’è anche l’ipotesi di affidare all’Anas solo alcune tratte.
Aspi ha risposto con un programma di 7,5 miliardi che include investimenti triplicati e manutenzioni in aumento del 40% rispetto al quadriennio precedente, in linea con le interlocuzioni con il ministero, oltre all’assunzione di mille persone.
La posta sul tavolo è alta. «La revoca deve essere valutata un po’ da tutti. E bisogna ricordare che non c’è solo Edizione, che ha oggi la piena consapevolezza degli errori accaduti, ma ci sono anche gli azionisti di Atlantia, circa 40 mila, che potranno ricorrere ad azioni legali», dice Mion. Allianz, socio di Aspi, ha già presentato alla Ue un esposto contro la modifica unilaterale dei contratti di concessione.
Ma che cosa potrebbe succedere nello scenario di maggiore rischio? Il sistema Atlantia ha quasi 38 miliardi di debiti, fin qui sostenibili grazie ai flussi di cassa delle controllate il cui business è regolato. Di quella cifra, 23 miliardi sono prestiti obbligazionari sottoscritti da istituzionali, molti esteri. Che, a fronte di un rating non investment grade, potrebbero chiedere un rimborso anticipato. Il problema è su Aspi che ha in essere anche un bond retail da 700 milioni in tasca a 17 mila risparmiatori, e 2,2 miliardi di debito.
Ma la revoca della concessione potrebbe generare un effetto a catena su tutte le società della galassia. Con il rinvio ai supplementari ci sarà più tempo per il dialogo con il governo. A fianco del CEO di Autostrade, Roberto Tomasi, ora c’è anche il neo amministratore delegato di Atlantia, Carlo Bertazzo, 25 anni di lavoro in Edizione, uomo di fiducia dei Benetton, una nomina chiave per la holding, segno della forte discontinuità rispetto al passato. Ha già aperto un canale con il ministero dei Trasporti ma anche con il Tesoro. «È l’unico che sa cosa vuole dire holding non operativa, pura, il modello a cui aspira Atlantia», dice Mion, il manager che sta anche accompagnando la seconda generazione dei Benetton verso una nuova governance. Poi ci sarà l’apertura delle controllate Adr e Telepass ad altri investitori: «Guardiamo agli italiani, saremo un sistema aperto».
Il debito ASPI, controllata da Atlantia è appeso ad un filo, in quanto l’instabilità politica e le elezioni del 26 Gennaio che hanno fatto slittare la decisione riguardo il ponte Morandi di Genova, rendono instabile il tutto.
Apparentemente ASPI si è resa conto delle grosse mancanze a cui ha dolosamente scaturito, infatti ha proposto al governo oltre 7 Miliardi di investimenti in 4 anni! – la giusta domanda qui sarebbe: solamente dopo la minaccia dello straccio del mandato, hanno trovato questi 7 Miliardi di investimenti? Perchè è dovuto crollare un ponte e rimanere uccisi decine di persone affinché si sblocchi qualcosa?
Eurotunnel ed altri investimenti coraggiosi del gruppo Atlantis
L’investimento nel 15,46% di Eurotunnel, il grande collegamento ferroviario sotto la Manica, è stato un pò il simbolo delle potenzialità che Atlantia ha internazionalmente.
E così è stato anche con la concessione fino al 2044 dell’aeroporto provenzale della Costa Azzurra, con gli scali di Nizza, Cannes e Saint Tropez, dove transitano circa 14 milioni di passeggeri l’anno.
Poi c’è la Spagnola Albertis, forse l’acquisizione più pesante e rischiosa dal gruppo, con interessi in Francia e Spagna oltreché in Sud America.