Il petrolio sta collassando
In due mesi circa siamo passati da circa 60$ al barile a meno di 25$: meno della metà!
Se pensate che il tutto sia successo soltanto negli ultimi due mesi, vi state sbagliando!
E’ un qualcosa che arriva diversi anni fà e che adesso cercherò di spiegarvi nel modo più semplice possibile.
Il tutto ha inizio nel 2011.
Cosa succede nel 2011? La Russia inizia a costruire un enorme gasdotto chiamato NORD STREAM 2 che porterà infatti il gas fino in Europa
Questo enorme gasdotto, come potete immaginare comporta degli investimenti inimmaginabili. Ma il motivo per il quale la Russia ha lanciato questo enorme investimento, non è soltanto per vendere il proprio gas, ma lo ha fatto anche per motivi politici.
I lavori sul Nord Stream 2 continuano. Tutto fila liscio, finché a Dicembre 2019 gli Stati Uniti, impongono delle sanzioni molto costose alla Russia.
Queste sanzioni eravo mirate allo stop del gasdotto Nord Stream 2 ed infatti le società appaltatrici del gasdotto si fermano intimorite dalle sanzioni degli Stati Uniti.
Ma gli USA perché hanno messo delle sanzioni sul gasdotto?
- La prima ragione è sicuramente economica: con il completamento del gasdotto la Russia inizierebbe a vendere la materia prima ai paesi Europei, i quali infatti non acquisterebbero più dagli Stati Uniti.
- La seconda ragione è politica. Se la Russia iniziasse a rifornire gli stati dell’Unione Europea, allora l’Unione Europea diventerebbe sempre più dipendente dalla Russia e gli Stati Uniti perderebbero il loro dominio sull’Europa.
Ma quando i prezzi scendono?
I prezzi sono effettivamente iniziati a scendere a Gennaio 2020, momento in cui in Cina è stato scoperto il Virus Covid-19 , che come tutti sappiamo ha bloccato il paese per diversi mesi.
Il corona virus è cruciale per capire la diminuzione dei prezzi di petrolio. Quando le nazioni si fermano, le persone non utilizzano le loro auto, i trasporti pubblici si fermano ed infatti la domanda di petrolio diminuisce.
Cosa succede quando la domanda di un bene diminuisce?
Quando la domanda di petrolio diminuisce, anche il prezzo del petrolio diminuisce, infatti dai 60$ al barile siamo passati a 50$ al barile.
Altra importante data da ricordarsi è il 6 Marzo 2020. Cosa è successo in questa data?
Il 6 di Marzo si è tenuta la riunione dell’OPEC +.
Cos’è L’OPEC? OPEC è essenzialmente l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, composta da 12 paesi, nella quale si riuniscono per decidere la produzione di petrolio e per allinearsi sulle strategie da attuare.
Capirete bene che questa organizzazione va a decidere essenzialmente i prezzi del petrolio, in quanto andando a decidere le produzioni di quest’ultimo, andrà a modificare l’offerta del petrolio e quindi il conseguente prezzo.
I paesi facenti parte dell’OPEC si sono riuniti andando a decidere di diminuire la produzione di petrolio, così facendo, il prezzo sarebbe aumentato (diminuzione dell’offerta = aumento dei prezzi)
Però:
Durante l’OPEC + che è un evento nel quale i paesi OPEC, chiedono consultazioni ad altri paesi – tra cui la Russia – viene deciso che la produzione non verrà ridotta. La Russia infatti ha negato la sua volontà nel rallentare le produzioni di petrolio.
Dopo tale decisione, in cui, la produzione viene lasciata alta, i prezzi del barile scendono nuovamente raggiungendo picchi di 39$.
Perché la Russia ha voluto continuare le grosse produzioni petrolifere, andando a siglare un accordo per non fermare le produzioni di petrolio?
Se ci pensate, anche la Russia stessa avrebbe beneficiato dei prezzi del petrolio più bassi.
La motivazione è legata alle sanzioni che nel Dicembre 2019 gli Stati Uniti avevano imposto alla Russia sul gasdotto.
Come mai questo ha una connessione?
La produzione petrolifera degli USA è più costosa rispetto a quella degli altri paesi, perché utilizzano delle tecniche diverse. Infatti, il prezzo medio di estrazione del petrolio per le multinazionali è di circa 25$ al barile. Ma per tutte le altre aziende medio-grandi, il prezzo di estrazione è intorno ai 40-45$ al barile!
Come sapete oggi, il petrolio non è a 40$ al barile, ma bensì intorno ai 20$. Perché?
L’Arabia Saudita, grandissima produttrice di petrolio, non ha voluto sopportare il veto della Russia per la decisione della produzione e per questo aumenta ulteriormente la produzione.
Aumentando la produzione, porta ancora alla discesa dei prezzi del barile di petrolio.
Perché L’Arabia Saudita ha attuato questa strategia?
Essenzialmente per dimostrare la sua superiorità di potere. Ma anche per sottolineare il fatto che il suo costo di produzione durante l’estrazione del petrolio è il più basso e per questo riesce a mantenere per più a lungo un decremento dei prezzi!
Per fare chiarezza, sotto ci sono i costi di produzioni dell’estrazione di petrolio:
- USA: 25$ al barile
- Russia: 15$ al barile
- Arabia Saudita: 10$ al barile
Che cosa comporterà tutto questo, in questa guerra all’oro nero?
- E’ vero che l’Arabia Saudita può sopportare per più tempo degli altri queste politiche di prezzi bassi, ma essendo il petrolio la più grossa entrata dello stato, non può mantenerla in eterno, altrimenti non potrebbe sostenere la spesa pubblica.
Inoltre il governo sta cercando di distaccarsi da un bilancio legato solamente al petrolio e vorrebbe infatti essere più diversificato, ma così facendo rischierebbe di non poter investire e non poter attuare le sue strategie di diversificazione - Gli Stati Uniti, sono quelli più colpiti, in quanto hanno tante aziende che hanno un costo di produzione superiore ai 25$ al barile. Si parla addirittura del 50% di aziende a rischio fallimento. Questo comporta molta instabilità sul governo e sulle aziende dell’oro nero
- La Russia, grazie al suo regime di tassazione agevolato e flessibile, può sopportare questo stato dei prezzi, ma non a lungo.
Cosa impariamo da tutto questo?
Come vi potete immaginare in questo periodo non solo c’è l’enorme problema dell’emergenza sanitaria legata al Corona Virus. C’è inoltre l’emergenza economica che deriverà dal Corona Virus la quale poi sfocerà un un’emergenza economica legata alla crisi del debito.
Ed oltre a questo: la crisi petrolifera, che non comporta grandi rischi diretti per l’Italia, ma che comporta rischi per i più grandi e ricchi paesi del mondo!